Barry Trimmer, un professore di biologia della Tufts University, è affascinato dalla maniera in cui tutti i vermi, alcuni più di altri, possono compiere contorsioni e movimenti che animali con lo scheletro e la spina dorsale non saranno mai in grado di compiere.
Proprio tenendo in mano un bruco è venuta l’idea a Trimmer, il quale ha iniziato a pensare ad un robot a forma di bruco. Con il suo team il professore ha già realizzato dei modelli in materiale plastico per simulare i movimenti dei bruchi, e con il supporto della National Science Foundation (NSF) e della Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), questi bruchi robotici potrebbero avere un ruolo molto importante nel nostro futuro.
Gli usi che si potrebbero fare dei bruchi robotici nella scienza, nella medicina sono molti, come spiegato dal professore. Grazie ad un robot a forma di bruco ci si potrebbe spingere in zone impossibili altrimenti da raggiungere, infatti il bruco può nascondersi, navigare, strisciare, scalare moltissime superfici.
Trimmer e la sua squadra ora stanno cercando di capire come il sistema nervoso lavora insieme al corpo del bruco per riprodurlo al meglio. Magari fra 10 anni questi robot saranno realtà, e potrebbero forse salvare anche delle vite umane.