I discografici americani chiedono a LimeWire 1 miliardo di dollari

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Dopo aver vinto una sentenza contro LimeWire, uno dei software più conosciuti sulla rete per la condivisione di file ed il peer to peer, l’industria discografica statunitense sta ora considerando di recuperare il danno economico che a suo dire avrebbe subito dal momento in cui il programma ha fatto la sua comparsa in rete.
Si tratterebbe di una cifra assolutamente astronomica, un miliardo di dollari, quella che la RIAA ha intenzione di richiedere a LimeWire.

Il giudice distrettuale statunitense aveva da poco dato ragione ai discografici, sostenendo che il servizio offerto da LimeWire ha favorito una notevole quantità di violazioni delle leggi sul copyright, e che gli autori del software non avrebbero fatto nulla per evitarlo.

In quella stessa sede la RIAA avrebbe stimato appunto in quasi un miliardo di dollari il danno subito.

Una cifra astronomica anche per l’industria discografica, che in passato aveva già denunciato danni di 150.000 dollari per un singolo brano.

Anche se, commentano su Mashable, non sempre valutano con la stessa gravità quei casi in cui sono loro stessi a violare il copyright, per esempio utilizzando musiche foto e video presi dalla rete senza autorizzazione.

E’ chiaro che con l’esorbitante richiesta la RIAA si dimostra intenzionata più che altro a mettere al tappeto LimeWire, ed il gruppo di sviluppatori che vi hanno lavorato in questi anni.

Un altro capitolo sanguinoso della lunga e snervante guerra che vede contrapposti, ormai da decenni, le industrie dello spettacolo e gli sviluppatori di programmi per la condivisione di file in rete.

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