Nell’era della digitalizzazione e con l’aumentare delle minacce informatiche, due pilastri centrali nell’attività di una azienda sono la continuità operativa e il disaster recovery. Mentre la prima si focalizza sull’organizzazione nel suo insieme, il secondo si concentra sull’infrastruttura tecnologica.
Vediamo in dettaglio cosa sono questi due processi, il cui obiettivo finale è di ridurre danni e tempi di fermo di una organizzazione.
La Business continuity è la capacità dell’azienda di continuare ad esercitare la propria operatività a fronte di eventi catastrofici che possono colpirla.
Gli eventi sono innumerevoli e possono avere cause naturali o dipendere da attività umane: guasti, interruzioni dell’energia elettrica, terremoti, alluvioni e altre calamità naturali, errori o distrazioni dei dipendenti, furti, sabotaggi, danneggiamenti intenzionali, attacchi informatici etc.
In questo elenco rientrano anche interruzioni minori dell’operatività aziendale, come malattia o dimissioni del personale che ricoprono un ruolo chiave, problemi con i fornitori o con i clienti etc.
Gli imprenditori devono imparare a prevenire questi imprevisti, attraverso una valutazione dei rischi aziendali (Risk Assessment) e la pianificazione strategica delle misure da adottare.
Se la sfera di interesse della continuità operativa va oltre l’ambito informatico, interessando l’intera funzionalità di un’organizzazione, al contrario il disaster recovery è l’insieme delle misure tecnologiche e organizzative che servono a ripristinare l’intera infrastruttura aziendale, anche informatica.
Il Disaster recovery, componente della Business continuity, è il processo che rende possibile recuperare i dati in caso di disastro.
Adottare una politica di “Disaster recovery” vuol dire avere un sito secondario in cui salvare tutti i dati, potendo quindi recuperare i propri database nel caso si verifichi qualsiasi evento che possa mettere a rischio la funzionalità di un data center.
“Le domande che una moderna azienda deve porsi è quanti dati è disposta a perdere e per quanto tempo può accettare un’interruzione dei servizi IT”, è il commento che arriva da Atlantica Digital S.pA., guidata dall’Amministratore Delegato Pierre Levy.
“A seconda della risposta – prosegue la società leader nella progettazione e realizzazione di sistemi mission critical – andranno implementate soluzioni di Business continuity, Disaster recovery, High availability o Backup. I nostri consulenti sono a disposizione del cliente per progettare ed implementare la soluzione più adeguata per le specifiche esigenze”.
Nel caso del Disaster recovery, Atlantica propone soluzioni di replica dei dati su siti remoti. La replica può essere sia software (Veritas) che hardware (Hitachi, Oracle Sun, IBM, DELL).
Per la Business continuity, in aggiunta a quanto previsto per il Disaster recovery, le soluzioni si basano su cluster geografici (Oracle Sun e Symantec/Veritas) che in caso di disastro permettono di far ripartire rapidamente i servizi su un sito secondario.