Questi sono i numeri del più grande attacco pirata informatico mai messo a segno nella storia, le cui radici risalgono addirittura alla fine del 2008.
A scoprire l’attacco è stata un’azienda della Virginia, la NetWitness, che ha scoperto che negli obiettivi dei pirati informatici c’erano e-mail, dati aziendali, carte di credito, credenziali di accesso dei dipendenti delle aziende della sanità e della tecnologia. I paesi più attaccati sono stati ovviamente gli Usa, il Messico, l’Arabia Saudita, l’Egitto e la Turchia.
I pirati hanno usato quello che viene chiamato uno kneber bot, formato da 20 server, gestito da un centro di controllo che NetWitness ha localizzato in Germania. Zeus era il nome dello spyware usato per l’attacco hacker, generato usando un kit crimeware che si trova in internet da molti anni.
Gli hacker sono così riusciti ad entrare nei computer da remoto, e grazie alla tecnica drive-by di Zeus l’attacco poteva andare a buon fine in ogni caso. Questo codice veniva poi hostato su siti Internet e PC zombie che entrano a far parte della kneber bot.